Marco Van Basten
Marco Van Basten nasce a Utrecht il 31 ottobre del 1964 e appena uscito dall’utero materno trova immediatamente la coordinazione per calciare al volo l’infermiera.
Passa la sua adolescenza fra varie società della sua città a farsi le ossa (non molto bene a quanto pare) e approda all’Ajax nell’estate del 1981 dove esplode calcisticamente e si guadagna l’appellativo di “Erede di Ibrahimovic” datogli dallo stesso svedese che sarebbe nato solo 3 mesi dopo.
Ad Amsterdam si dimostra una macchina da gol, vincendo oltre ai campionati ben 3 titoli di capocannoniere consecutivi e laureandosi Scarpa d’Oro. Iniziano però qui i problemi alla caviglia visto che Van Basten si ostina a indossare la Scarpa d’Oro vinta.
Nell’estate del 1987 è protagonista di un caso di calciomercato: la Fiorentina lo acquista ma l’addio del direttore generale Nassi fa saltare l’affare con l’olandese che approda al Milan e dove diventerà una leggenda rossonera. Nassi intendiamo.
Nonostante altri problemi fisici, Van Basten ci mette poco a prendersi la scena a Milano segnando gol decisivi per lo Scudetto dell’88, trascinando il Milan alla vittoria in Coppa Campioni per 2 anni di fila e conquistando 3 Palloni d’Oro. Continuano però i problemi fisici, stavolta al menisco, visto che si ostina ad allenarsi calciando i Palloni d’Oro vinti.
Nel mentre “il Cigno di Utrecht” contribuisce anche alla vittoria dell’Europeo per la sua Nazionale, segnando una rete leggendaria all’Unione Sovietica in finale con un tiro così forte che l’URSS sarà costretta a sciogliersi pochi anni dopo.
Anche se tormentato dagli infortuni, l’olandese dimostra di essere ancora in condizione di essere decisivo e soprattutto di poter mandare a fanculo Sacchi che sarà sostituito da Capello. Con Don Fabio in panchina arriveranno altre caterve di gol ma anche la sconfitta in finale di Champions contro il Marsiglia dovuta alla mancanza di guasti ai riflettori.
Nel 1993 arriva la quarta operazione alla caviglia che di fatto pone fine alla sua carriera sul campo: dopo 2 anni di calvario arriva l’annuncio del ritiro e il suo saluto ai tifosi rossoneri il 18 agosto del 1995 rimarrà il momento più triste mai vissuto a San Siro fino all’inizio del ciclo del Milan attuale.
La carriera da allenatore gli regala molte soddisfazioni in meno: da ct dell’Olanda viene eliminato agli ottavi nei Mondiali 2006 mentre agli Europei 2008 arriva almeno ai quarti di finale, col vantaggio di aver incontrato l’Italia di Donadoni.
Da tecnico di club il bilancio è magro, con l’avventura all’Ajax che termina dopo un anno, due stagioni discrete all’Heerenveen e una con l’AZ Alkmaar finita addirittura ad agosto per via di problemi cardiaci provocati dalla lettura della rosa dell’AZ Alkmaar.
Ora Van Basten ha abbracciato definitivamente la carriera da dirigente calcistico dopo i tanti fallimenti sulla panchina che lo avevano portato ad essere soprannominato “il Gufo di Utrecht”.
La redazione di Unfair Play, contro lo sport più ostinato.
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