Gianni Infantino
Originario della Calabria, il padre decise di trasferirsi all’estero per sottrarlo ad un futuro di corruzione e malavita. Invece lui è finito alla Fifa.
Ha sia la cittadinanza italiana che quella svizzera, tanto che pare essere solito buttare cartacce a terra e poi raccoglierle da solo.
Giurista di formazione, è sempre stato molto attento ai diritti umani, come dimostra la sua battaglia per promuovere il calcio femminile.
È stato a lungo il più stretto collaboratore di Platini, scalzando Boniek.
In un’ intervista ha ammesso di non aver mai avuto il talento per giocare. E che per questo maturò l’idea di portare il pallone.
Fondò in Svizzera una squadra di soli italiani, la Folgore. Spettacolare, l’entrata in campo dall’alto.
È noto ai più principalmente perché presenziava i sorteggi per le Coppe Europee, dove spesso veniva scambiato per la pallina.
Proprio per questa partecipazione, nell’ambiente era chiamato “Cazzo no, il Barcellona!”.
Nel 2016 arriva alla presidenza della Fifa dopo il varo di alcune norme anticorruzione. O almeno è così che a Zurigo chiamano la squalifica di Blatter.
(immagine: http://www.goal.com/)
La redazione di Unfair Play, contro lo sport più ostinato.
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