Macedonia-Italia, le pagelle
DONNARUMMA 5 – Inoperoso per tutta la partita, soprattutto quando Bardhi tira la punizione dell’1-1 sul suo palo.
DI LORENZO 6,5 – Uno dei migliori in maglia azzurra. In buona parte per demerito altrui.
MANCINI 6,5 – Gioca una partita solida, ma nel momento di difficoltà della Nazionale chiede di essere sostituto: deve essere il cognome.
Dal 58’ SCALVINI 6 – Sostituisce bene Mancini, non potendo però battere la sua maledizione: come l’anno scorso a Palermo, quando il difensore della Roma esce, la Macedonia segna.
BASTONI 6 – Prova a partecipare alla manovra, ma l’unica volta che riesce quasi a propiziare un gol è quando si perde Miovski nel primo tempo.
DIMARCO 6,5 – Ara costantemente la fascia sinistra ed è l’unico intervento che il campo ha ricevuto negli ultimi anni.
Dal 82’ BIRAGHI SV – Spalletti lo inserisce subito dopo la rete macedone, utilizzandolo come bandiera bianca.
BARELLA 6 – Con due buone giocate propizia il palo di Tonali e il gol di Immobile, ma forse non basterà per vincere il Pallone d’Oro.
CRISTANTE 6 – Marcato a uomo dal piccolo numero 10 avversario, cerca di vendicarsi sui calci d’angolo.
TONALI 5,5 – Prende il posto di Verratti. Ovvero quello di centrocampista italiano all’estero.
Dal 89’ RASPADORI SV – Anche in Nazionale ricopre il ruolo che Spalletti gli aveva assegnato nel Napoli. Quello di chi entra quando il risultato è ormai deciso.
POLITANO 5 – Forse vedendo in campo Elmas, ha pensato di essere rimasto in panchina.
Dal 46’ ZANIOLO 5,5 – Parte bene, ma si perde e regala agli avversari la punizione decisiva: Spalletti lo scambierebbe volentieri di nuovo con Nainggolan.
IMMOBILE 6 – Segna un gol importante ma, per il resto, la squadra lo mette spesso in una situazione difficile. Passandogli il pallone.
ZACCAGNI 5,5 – L’infortunio di Chiesa gli dà una grande possibilità. Dimostrare che almeno su qualcosa Mancini non aveva poi tutti i torti.
Dal 82’ GNONTO – Non riesce a sorprendere la difesa avversaria nemmeno nascondendosi nelle buche del campo.
SPALLETTI 5,5 – Ci teneva a dimostrare a De Laurentiis che la penale non va pagata perché in realtà non ha ripreso ad allenare.
La redazione di Unfair Play, contro lo sport più ostinato.
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