7 domande sul calcio italiano a Fulvio Paglialunga
Abbiamo incontrato Fulvio Paglialunga, giornalista che ha scritto per la Gazzetta dello Sport, lavora in RAI e ha scelto noi come fondo del barile della sua carriera.
Gli abbiamo fatto 7 domande su calcio italiano, giornalismo sportivo e altre tragedie.
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1) Sappiamo che sei un grande tifoso del Taranto. Tifi anche per qualche squadra di calcio?
«È colpa di mio padre: diceva che la Juve era la più forte squadra italiana e mi portò a vedere il Taranto contro la Juve di Maifredi, che non giocava certo a calcio. Quindi ho pensato che si facesse così.»
2) Un problema evidente del calcio italiano è quello degli stadi: non è inconcepibile che nel 2016 un bambino debba andare a vedere la sua squadra in strutture mal progettate in cui i suoi beniamini sono a una distanza tale che non gli permette nemmeno di sputargli, bestemmiargli contro o tirargli in faccia una bottiglia di Caffè Borghetti?
«Si dice sempre che il calcio toglie i bambini dalle strade, ma non capiscono che devono adeguare gli stadi, avvicinare gli spalti, rendere migliore l’acustica. Altrimenti ci sarà una generazione che sarà costretta a sputare per strada, bestemmiare a casa, lanciare Borghetti a teatro. Vogliamo questo? Non è più facile tutto in uno stadio?»
3) Tavecchio è ormai Presidente della FIGC da più di 2 anni. Secondo te il suo operato è a un livello tale che gli permetterà di rimanere in carica ancora a lungo oppure viste le sue opinioni sul conto di gay e immigrati, deve puntare a una carica nel governo di Donald Trump?
«Ma io ero presente quando Lotito ha chiamato Trump per complimentarsi per essere stato eletto dopo “quel Coso”. Potremmo esportare il calcio negli Usa e loro un po’ di democrazia in un paese a caso.»
4) Delle interviste a personaggi del mondo dello sport in genere colpiscono la banalità delle domande e delle risposte. A tal proposito, volevamo chiederti: hai mai trombato in cima a un campanile cosparso di yogurt?
«Ho una lieve intolleranza al latte, non posso usare yogurt.»
5)Nonostante abbia avuto un ottimo inizio di campionato a Nizza, Balotelli continua a non essere convocato da Ventura. Secondo te c’è un pregiudizio eccessivo su di lui oppure il CT crede che in Nazionale uno che batta bene i rigori non si possa integrare?
«Anche Balotelli balla come Zaza, ma nella prima discoteca che capita. Anche Balotelli fa il gesto alla Pellè, ma poi di solito mena. Ecco perché Ventura dice che ha bisogno di conferme sul campo: non si capisce niente, così.»
6) La Lega Pro sta vivendo degli anni difficili, fra scandali che riguardano il calcioscommesse e fallimenti di società iscritte. Pensi sia il caso di cambiare qualcosa o che sia meglio continuare a seguire il modello della Serie A?
«Uno dei problemi dei giovani è proprio nel salto dalla Lega Pro alla serie A. Questa credo che sia la strada giusta, invece: se ti alleni a vendere le partite in terza serie poi è uguale ovunque. Solo, più gratificante.»
7) Torniamo sulla spinosa questione degli stadi in Italia. Ti pare possibile che nel 2016 le grandi partite si debbano disputare negli stessi luoghi in cui suonano in concerto i Modà?
«Vedete perché i bambini si devono abituare a sputare negli stadi?»
La redazione di Unfair Play, contro lo sport più ostinato.
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