Tour de France 2020 – Le pagelle

I nostri voti alla Grande Boucle 2020, che si è chiusa con la consueta passerella di Parigi, sempre seguitissima. Del resto domenica chi cazzo mai sarà andato a votare?

 

10 – La Slovenia

L’emozionante sfida tra Tadej Pogačar e Primož Roglič ha dato ancor più lustro a un Paese piccolo, ma fertile di campioni come Tina Maze, Luka Dončić, Peter Prevc e insomma tutti quelli suggeriti da google.

 

9 – Richie Porte

L’australiano dimostra che a trentacinque anni si può ancora ottenere un risultato pazzesco come un podio nella corsa più importante dell’anno. Ma va detto che c’è chi a quaranta è riuscito a rendere il Milan una squadra di calcio.

 

8 – Sam Bennett e Marc Hirschi

Il velocista irlandese vince sui Campi Elisi ed esulta in maglia verde. Che nel ciclismo è una cosa di cui andare orgogliosi.

Il giovanissimo corridore della Sunweb non perde occasione per attaccare e vince meritatametne il premio della combattività. Nascondendo di essere svizzero.

 

7 – Wout Van Aert e Tom Dumoulin

Gli sguardi attoniti dell’olandese e del belga che, dopo tre settimane di lavoro pazzesco, assistono impotenti al naufragio di Roglič durante la cronometro esprimono l’essenza del ciclismo meglio di tante parole. Soprattutto se lo guardate su Rai Sport.

 

6 – Damiano Caruso

Il ragusano riesce a chiudere un tour nei primi dieci grazie all’esperienza e ricorrendo ai suoi punti di forza: la tenacia, la resistenza in montagna, gli spagnoli a cronometro.

(Gli altri italiani non sono quasi mai messi in mostra, ma c’è da dire che è ancora presto per vedere gli effetti del bonus bici.)

 

5 – Thibaut Pinot

Il Tour arriva ancora a La Planche des Belles Filles, praticamente casa sua, e il francese, nonostante sia fuori dai giochi fin dal primo giorno per una caduta, viene accolto da un entusiasmo commovente. Sembra di vedere l’Italia di Mancini dopo quella di Ventura.

 

4 – Ineos Grenadiers

Nemmeno l’emozionante doppietta Kwiatkowski-Carapaz può lenire la delusione della corazzata britannica, che deve dopo cinque vittorie consecutive deve recriminare sulle scelte fatte in fase di convocazione. Nemmeno avesse lasciato a casa Cossu.

 

3 – I colombiani

Soliti alti e bassi: a Nairo Quintana sotto antibiotici e al favorito Egan Bernal costretto al ritiro dal mal di schiena provano a fare da contrappeso la bella vittoria di López a Meribél e il profilo instagram di Shakira.

 

2 – Il meteo

Come spesso accade al Tour, specie nelle prime settimane a condizionare la corsa sono le cadute dovute alla pioggia e le folate di vento che hanno spostato di tre chilometri il massaggiatore di Alaphilippe.

 

1 – La diatriba UCI-Zeeman

Durante un controllo di routine alle bici in cerca di eventuali motorini elettrici il direttore della Jumbo-Visma protesta e viene espulso e multato, col rischio di peggiorare ancor più l’immagine del ciclismo agli occhi del pubblico non appassionato. Come se già non bastassero le tappe sui Pirenei.

 

0 – La sfuriata di Saronni contro Fabio Aru

Il vecchio campione, che in diretta Tv aveva pesantemente criticato il corridore sardo sostenendo che il suo ritiro abbia pesantemente danneggiato Pogacar, è stato insignito del premio Zangrillo 2020.

 

s.v. – Movistar Team

Per il terzo anno di fila gli spagnoli vincono la classifica a squadre, stavolta piazzando tre uomini nei primi venti della classifica. Di questo passo forse presto ne vedremo uno addirittura inquadrato dalle telecamere.

 

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