Brasile-Serbia – La cronaca
𝗗𝗮𝗹𝗹’𝗼𝗿𝗶𝘂𝗻𝗱𝗼 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗶𝗻𝘃𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗨𝗻𝗳𝗮𝗶𝗿 𝗣𝗹𝗮𝘆
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L’arbitro di stasera ha diretto Brasile-Serbia del 2018. Ora coi recuperi lunghi si sta decisamente esagerando.
Entrambi i terzini verdeoro sono juventini. Va detto tuttavia che Alex Sandro è titolare solo perché non sono riusciti a trovare un nonno brasiliano a De Sciglio.
Per essere ricordato fra i grandi, Neymar deve assolutamente vincere un Mondiale. O comunque simulare di averlo vinto.
Il Brasile appare subito molto offensivo. Almeno provando a interpretare il labiale di alcuni calciatori.
Adani: “Il Brasile avrebbe bisogno di un vero centravanti”. Ma Careca ha 62 anni e Ronaldo è un po’ fuori forma.
34’ Dopo tanto equilibrio, Raphinha solo davanti al portiere decide che è un peccato segnare rovinando questa bella atmosfera.
Il primo tempo si chiude con un solo minuto di recupero perché anche l’arbitro si sta annoiando.
48’ Neymar abbattuto al limite dell’area, si conquista una punizione e la tira. Poi non segna, ma mica può fare tutto lui.
60’ Per descrivere la partita vista finora basta dire che l’occasione più pericolosa è stata il palo di Alex Sandro.
62’ 1-0, gol di Richarlison. Per vendicarsi, Vanja Milinkovic Savic ha già contattato un paio di amici che nel parcheggio stanno rubando l’autoradio dal pullman del Brasile.
66’ L’allenatore serbo sprona Vlahovic al momento di entrare in campo: “Dimentica tutto quello che fai nella Juventus”.
Con l’ingresso di Radonjic la Serbia diventa praticamente un Torino con le maglie sbiadite.
73’ Meravigliosa rovesciata di Richarlison che raggiunge quota due sia nei gol fatti che nei palloni toccati.
Curiosità: se porti Vlahovic all’orecchio senti Allegri che urla “TORNA IN DIFESA!”
La partita sarebbe ancora recuperabile se la Serbia non schierasse in campo il peggio della Serie A.
Nel finale, una traversa di Casemiro e tante altre occasioni legittimano le voci che vedono i brasiliani come candidati alla vittoria del Mondiale 2022 e del Carnevale 2023.
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