NBA 2017 PLAYOFFS UNFAIR RANKING

Ad aprile, sono due le sciagure che angosciano l’NBA: il tanking e il nostro ranking per i playoffs NBA 2017

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1) GOLDEN STATE WARRIORS
Anche quest’anno partono da super favoriti e quindi anche quest’anno possono prendersela in quel posto. Ma come si può non pensare che una squadra con Curry, Durant, Green e Thompson non vinca l’anello? Ricordandosi che c’è anche JaVale McGee.

2) CLEVELAND CAVALIERS
I Cavs sono  i campioni in carica e partono d’obbligo in prima fila, ma su di loro ci sono anche tanti interrogativi: ad esempio, come è possibile che Irving giochi così bene e sia allo stesso tempo così coglione da credere che la Terra sia piatta?

3) SAN ANTONIO SPURS
Nell’anno 1 D.D.  (Dopo Duncan), la franchigia di Popovich si è mantenuta comunque ad alto livello in particolare grazie a una stagione strepitosa di Kawhi Leonard che una volta ha addirittura sorriso.

4) HOUSTON ROCKETS
Terminati i festeggiamenti per la partenza di Howard, la squadra texana ha subito recepito il basket di D’Antoni: Harden libero di inventare, una batteria di tiratori sul perimetro e Beverley pronto a spaccarti una sedia in testa.

5) BOSTON CELTICS
Finalmente è arrivata la stagione della resurrezione per i Celtics che dopo 7 anni tornano a vincere un titolo di Conference perché proprio non riuscivano a sopportare che l’ultima volta fosse successo con Nate Robinson nel roster. Thomas è diventato definitivamente un All-Star e le sue statistiche negli ultimi quarti di partita fanno così paura che ormai al posto della sirena c’è lo speaker degli avversari che gli urla di andarsene a fanculo.

6)  LOS ANGELES CLIPPERS
Il copione per i Clippers ai Playoff sembra ormai sempre lo stesso: si spera in una regular season convincente, ci si qualifica per la post-season, si dice che finalmente è l’anno in cui si può vincere e alla fine si viene eliminati malamente.
Ma quest’anno, le cose sembrano diverse: stavolta nessuno dice che i Clippers possano vincere.

7) OKLAHOMA CITY THUNDER
Stagione particolare per il Russel Westbrook con una squadra attorno. Perché i record del numero 0 hanno fatto quasi passare in secondo piano la sesta posizione a Ovest e la delusione più grande: che ad infortunare Durant non sia stato uno dei Thunder.

8) TORONTO RAPTORS
Si parla sempre molto poco di loro.

9) WASHINGTON WIZARDS
Una delle sorprese in positivo di quest’anno, anche perché nessuno pensava che Scott Brooks fosse in grado di allenare, i Wizards hanno mostrato un gioco spettacolare e Wall e Beal che sono la coppia più pericolosa di Washington dopo Donald Trump e Mike Pence.

10) UTAH JAZZ
Possibile dark horse di questi playoff, Utah si è mostrata una squadra solida e continua. Hayward e Gobert sono due giocatori decisivi anche se poco appariscenti, visto che devono controbilanciare la presenza di Diaw, che ha il vizio di girare negli spogliatoi con un calice di vino rosso e vestito solo con un Rolex.

11) ATLANTA HAWKS
Hanno già raggiunto il loro obiettivo: integrare Howard senza che il resto della squadra si scoglionasse. Sono cambiati molti giocatori, ma restano la solita squadra organizzata, affidabile, eliminata.

12) MILWAUKEE BUCKS
Forse la vera rivelazione della regular season, i Bucks sono una squadra che è riuscita a bilanciare l’entusiasmo dei giovani con la narcolessia di Tony Snell. Va segnalata anche la crescita di Coach Jason Kidd, nettamente più a suo agio da quando ha Jason Terry con cui giocare a burraco.

13) CHICAGO BULLS
L’ottavo posto guadagnato al fotofinish ai danni di Miami ci regala l’ennesima serie contro Boston, che però sarà ben lontana dall’avere il fascino di quelle in cui c’era Scalabrine. Il momento più interessante della loro stagione è stato il test antidroga fatto alla dirigenza dopo la trade coi Thunder.

14) MEMPHIS GRIZZLIES
Altra annata costellata da infortuni per Memphis con Allen, Gasol e Conley che si sono visti talmente poco che prima di entrare in campo devono mostrare un documento a Fizdale. In ogni caso, la serie con gli Spurs è da vedere, perché mette contro giocatori dalle mani così educate che prima di farsi una pippa si portano fuori a cena da soli.

15) PORTLAND TRAILBLAZERS
I Blazers  hanno un roster giovanissimo e con poca esperienza in post-season, tanto che ai giocatori è stato detto che i Lakers non ci sono perché sono andati a fare un viaggio lungo lungo. Nonostante il tanto talento in squadra, è difficile non vedere Portland come la vittima sacrificale dei Warriors, tanto che al centro del Moda Center è stato costruito un altare azteco.

16) INDIANA PACERS
I Pacers si sono qualificati per il rotto della cuffia, dimostrandosi una squadra molto discontinua al punto  che alcune partite le hanno giocate col pallone da football. I primo turno coi Cavs sembra proibitivo, ma l’arrivo di Lance Stephenson aumenta le possibilità di buttare tutto in rissa.

 

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Ecco anche i premi individuali, l’unica possibilità per i Knicks di vincere qualcosa quest’anno.

 

UROTY (Unfair Rookie of the Year)
Ben Simmons ( Philadelphia 76ers)
Il talento da Louisiana State doveva stupire tutti al suo debutto, ma non ha letto la clausola per la quale i rookie di Philadelphia devono obbligatoriamente spaccarsi.

UDPOTY (Unfair Defensive Player of the Year)
Kevin Love (Cleveland Cavaliers)
Il numero 0 di Cleveland quest’anno ha mostrato tutti i suoi limiti in fase difensiva. O come la chiama lui, la “Siesta”.

USOTY (Unfair Six Man of the Year)
Leandro Barbosa (Phoenix Suns)
A Phoenix tutti si aspettavano da lui un contributo più importante di riempire le borracce di caipirinha.

UCOTY (Unfair Coach of the Year)
Jeff Hornacek (New York Knicks)
A distanza di vent’anni ha confermato che con l’attacco triangolo vede solo sconfitte.

MWP (Most Worsened Player)
Luol Deng (Los Angeles Lakers)
In questi Los Angeles Lakers sarebbe ingeneroso giudicare negativamente la stagione di un giocatore. Quindi immaginate quanto abbia fatto cagare Deng per vincere questo premio.

E infine il premio più ambito:

MUP (Most Unfair Player)
Joakim Noah (New York Knicks)
Arrivato a New York con grandi aspettative, il centro francese è riuscito ad avere una stagione più brutta della sua meccanica di tiro.

(immagine: http://www.nbareligion.com)

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