Inghilterra-Iran – La cronaca

L’Inghilterra affronta l’Iran nella seconda partita di questo Mondiale anomalo, il cui regolamento evidentemente prevede che in ogni incontro scenda in campo la rappresentativa di un Paese che calpesta i diritti umani.

La nazionale dei Tre leoni ha preparato a lungo la trasferta iridata, tanto che, in caso di insuccesso, è già pronto un protocollo di dodici giorni culminante con la tumulazione di Southgate.

Subito proteste per l’atterramento in area di Maguire, ma secondo l’arbitro l’inglese ha perso l’equilibrio perché sbilanciato dalla testa.

La partita si ferma per lo scontro tra due giocatori iraniani, col portiere Beiranvand che rimane a terra a lungo perché i soccorritori hanno paura che le loro manovre vengano scambiate per gesti affettuosi.

Gli inglesi passano al 35° con Bellingham servito da Shaw che di testa infila uno dei portieri di riserva dell’Iran, quello che ha pescato la pagliuzza più corta.

Al 43° Saka raddoppia servito da Maguire; pochi minuti dopo Sterling segna il 3-0 a coronamento di un bellissimo contropiede. Ora in Iran anche gli uomini si stanno mettendo le mani nei capelli.

Al 55° occasione per Jahanbakhsh che però non trova la porta avversaria, non sapendo bene gli iraniani dove sia situata.

Il secondo tempo è talmente ininfluente che nei megaschermi dello stadio vengono mostrati gli incontri degli europei di curling.

I gol di Saka e Rashford sono inframezzati al 65° da un lampo di Taremi che trafigge Pickford, che non si aspettava che qualcuno disturbasse il suo riscaldamento.

Bassissimi i ritmi degli ultimi minuti, ma al 90° Grealish segna il sesto gol, con la partita che non ha più niente da dire. Figuratevi noi.

Al centesimo l’arbitro va al Var. Così, per rompere i coglioni. Da dischetto Taremi spiazza lo stesso Pickford, che non si aspettava che l’Iran potesse calciare addirittura due volte.

L’Inghilterra inizia il mondiale col piede giusto: tre punti facili e l’impossibilità di incontrare l’Italia in finale. Brutta sconfitta invece per l’Iran, che ci fa finalmente capire perché il Paese si sia chiamato a lungo Persia.

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