Road to Istanbul #23, Ajax-Atalanta
Non poteva esserci momento peggiore per l’Atalanta per giocare una partita: Gasperini rinuncia all’attacco leggero e schiera Zapata, optando per l’attacco leggerissimo. Il colombiano non è nel suo migliore periodo, ma di questi tempi è sempre meglio non fare incazzare un giocatore di 1.86 per 88 kg.
L’Ajax non ha Lassana Traoré e punta sul diciottenne Brobbey già chiamato “il nuovo Lukaku” a causa del suo restare immobile a ostacolare il gioco dei compagni.
I padroni di casa partono subito forte, cercando di non fare giocare l’Atalanta, anche se in questo periodo il risultato si ottiene anche partendo piano.
Gli ospiti tengono bene in difesa, e a sorpresa sono i primi a creare un’occasione, con Gosens che conclude a lato servito da Zapata, sempre molto preciso se non ha un portiere davanti.
Sempre Gosens prova a segnare con un tiro al volo che da queste parti ricordano benissimo, certamente meglio dello stesso Gosens.
Ten Hag inserisc Huntelaar, e la partita scorre senza particolari emozioni, probabilmente per preservare le coronarie dell’ex Milan.
A un quarto d’ora dalla fine la partita potrebbe cambiare, ma Gollini è bravissimo a far valere il principio di impenetrabilità dei corpi sul tiro di Klaasen.
Poco dopo, i lancieri restano in dieci e l’Atalanta passa, con Muriel che evita Onana in uscita e può depositare a porta vuota, che poi è l’unico modo perché le punte bergamasche segnino di questi tempi.
L’Atalanta accede così per la seconda volta agli ottavi, dimostrando che quello che si è letto sui problemi interni era falso, anzi era solo un modo della squadra per fare sentire meno sbagliato Ilicic.
La redazione di Unfair Play, contro lo sport più ostinato.
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