Parigi 2024: lo speciale di Unfair Play

I giochi

A Parigi vanno in scena i giochi olimpici, manifestazione che una volta era in grado di fermare le guerre e oggi è già tanto se rallenta la formazione di un governo francese.

In realtà sarebbe più opportuno parlare di giochi della XXXIII olimpiade, dato che così è chiamato il periodo di quattro anni che intercorre tra due momenti nel tempo in cui nel mondo ci sono milioni di esperti di canoa fluviale.

Il conteggio dei quadrienni inizia dalla prima edizione dei Giochi moderni: è infatti apocrifa la teoria secondo la quale il conteggio inizierebbe dall’ultima partecipazione dell’Italia a un mondiale di calcio.

Gran parte delle competizioni si disputeranno a Parigi: per esempio quelle di beach volley si terranno di fronte alla torre Eiffel, monumento che qualcuno potrebbe pure notare, almeno durante le partite maschili. Ma ci sono delle eccezioni, come le gare di surf che si disputeranno nella Polinesia francese, quelle di Vela che avranno luogo a Marsiglia e quelle di tiro a segno, già disputate in Pennsylvania.

I comitati olimpici presenti sono 206: al solito nel clima olimpico sarà uno spettacolo sentire tante voci, lingue e culture differenti. E tutto in una sola frase di Bragagna.

La sfilata delle nazioni si svolgerà su dei battelli lungo la Senna, cosa che ha suscitato polemiche in Italia, dato che gli azzurri dovranno sfilare con Israele e insomma, non è proprio la migliore delle compagnie per condividere uno spazio ristretto.

A proposito della Senna, i dubbi sulla non balneabilità del fiume in vista dei Giochi hanno tenuto banco per settimane, tanto che la sindaca Hidalgo si è tuffata per dimostrare che le gare di nuoto libero si potranno tenere regolarmente e le vincerà chi riuscirà a recuperarne il cadavere.

 

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Rispetto al programma di Tokyo 2020 escono di scena baseball e softball, più che altro perché i francesi pretendevano di giocare con le baguette. Escluso anche il karate, visto che da quelle parti più che con le arti marziali gli scontri tendono a risolverli con fumogeni e idranti.

Ancora in calendario, ma come sorvegliati speciali, il pugilato e il pentathlon moderno. Nel caso della boxe a pesare sono i numerosi scandali sui giudizi tecnici: in particolare il Cio non ha molto gradito la proposta di formare una giuria presieduta da Mara Maionchi. Nel caso del pentathlon moderno, invece, si tratta semplicemente dell’unico sport olimpico di cui non frega un cazzo a nessuno perfino durante i giochi.

Fa il suo debutto olimpico il breaking, che va ad affiancarsi allo skateboard nei post dei boomer che su facebook propongono anche le bocce e la morra cinese.

A proposito di skateboard, alle gare prenderà parte anche una bambina cinese di undici anni, che ha potuto esserci grazie a uno speciale permesso di lavoro.

In totale gli eventi da medaglia saranno 329, quindi quelli di Rai Sport dovranno impegnarsi molto per riuscire a perdere tutte le dirette interessanti.

 

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Tantissimi i campioni da tenere d’occhio. Soprattutto nei laboratori della Wada.

Ovviamente la parte del leone la farà l’atletica leggera con i suoi grandi personaggi, come per esempio i norvegesi Ingebrigtsen e Warholm, fenomeni che a differenza di un altro connazionale hanno avuto la geniale idea di dedicarsi a sport individuali; o la neerlandese Femke Bol, sempre che abbia risolto i suoi problemi di equilibrio.

Molto attesi anche Armand Duplantis, che migliorerà di un centimetro il record del mondo del salto con l’asta, e l’altista ucraina Jaroslava Mahučich, che recentemente ha migliorato uno dei record più longevi dell’atletica femminile: il primato è ancora quello degli ottocento metri piani, ma solo perché la federazione internazionale non ha ancora omologato quello di Bryce Dallas Howard per via dei tacchi.

Molto attesi i 100 m femminili, che vedranno Sha’Carri Richardson, che a Tokyo non aveva potuto partecipare a causa di una positività alla cannabis, contrapposta alle fortissime giamaicane, che alla peggio sanno come mettere fuori dai giochi la statunitense.

Gare molto spettacolari si annunciano quelle di nuoto, sia maschili che femminili, dove il livello è talmente alto che molti dei campioni uscenti non sono riusciti a qualificarsi: segno che i giovani di oggi, quando non nuotano, col cazzo che si ingolfano di pavesini.

Grande interesse anche per la ginnasta fuoriclasse Simone Biles, ormai un’icona dello sport e paladina della lotta ai disturbi mentali. Come se già non le bastasse essere donna, nera e pure nana.

 

Gli azzurri

L’Italia si presenta con la delegazione più numerosa di sempre. Ma ora basta parlare della Rai.

I due alfieri saranno l’altista Gianmarco Tamberi e Arianna Errigo, schermitrice plurimedagliata nel fioretto, ma abile anche con la sciabola: l’idea è che prima di uscire con la bandiera riesca a completare la rasatura di Tamberi.

In qualità di ambassador Malagò ha nominato Luigi Busà, oro a Tokyo nel karatè, sport che appunto non è più olimpico. Ecco, era per descrivere in poche parole il Coni.

Occhi puntati sulla nazionale femminile di pallavolo, che punta all’oro e che dovrà essere brava a non lasciarsi intimorire da avversari forti e agguerriti come Brasile, Turchia e maggioranza di governo.

Tamberi proverà a diventare il primo altista di sempre a vincere per due volte l’oro olimpico. A Tokyo, dopo l’infortunio alla caviglia, s’era portato in pedana il gesso; stavolta, dopo l’infortunio alla coscia, preferiamo non saperlo.

Nel salto in lungo Larissa Iapichino proverà a fare meglio di sua madre, simbolo dello sport italiano, due volte medaglia d’argento in anni in cui a nessuno interessava il suo colore della pelle. Visto che guardavano tutti quella di Paola Pezzo.

Difficile la riconferma invece per i velocisti, soprattutto perché Jacobs non ha più saputo ripetere i tempi di Tokyo; ma la squadra è forte e sicuramente saprà trovare le giuste motivazioni. Tipo non dover sentire Elisabetta Caporale chiedere loro cosa non ha funzionato.

Molte medaglie al solito sono attese dagli schermidori, in particolare dal fioretto, da sempre fiore all’occhiello dello sport italiano: ricordiamo tutti, per dirne uno, quello di Nicola per la salvezza della Salernitana.

Menzione speciale per Tommaso Marini, campione mondiale, grande classe e un viso che buca lo schermo. Purtroppo nel fioretto non è un bersaglio valido.

Ci si aspetta una grande olimpiade dai nuotatori: lecito attendersi quantomeno un acuto del formidabile Thomas Ceccon, la definitiva esplosione di Benedetta Pilato e un articolo di Dagospia su quanto abbia influito il sesso con Rossella Fiamingo per le prestazioni di Gregorio Paltrinieri.

Ruggero Titta e Caterina Banti proveranno a riconfermare l’oro di Tokyo, quando hanno stupito il mondo dimostrando che in Italia ci sono anche marinai che sanno far inclinare una barca.

Purtroppo non ci sarà Jannik Sinner, non ancora soddisfatto dello spot Lavazza; ma ci presentiamo comunque con una Jasmine Paolini potenzialmente in grado di perdere un’altra finale; in campo maschile Lorenzo Musetti potrebbe sfruttare un eventuale calendario favorevole. O almeno recitarne uno con i santi.

Filippo Ganna, dopo l’oro in pista di Tokyo, proverà a conquistarne uno anche su strada, ma sa benissimo che vincere la cronometro non sarà facile, visto che nel caso tutti comincerebbero a rompere il cazzo sostenendo che senza Pogačar sono capaci tutti.

Speranze anche per la tiratrice Jessica Rossi, che vuole tornare ai fasti del 2012, quando la parola “trap” evocava solo ricordi positivi.

Mancherà, purtroppo, Vanessa Ferrari a causa di un infortunio al polpaccio: vedi a voler allenare i muscoli inutili?

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