Sport olimpici invernali – Le pagelle della stagione 2019-2020
Riassumiamo in una manciata di voti quella che è stata la stagione degli sport invernali inserite nel programma olimpico (non vorrete davvero che scriviamo battute su Simone Origone, giusto?)
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La nazionale femminile di sci alpino – 10
Nella stagione più tribolata di sempre una strepitosa Federica Brignone e le sue compagne hanno portato lo sci femminile laddove non era mai arrivato. Nelle polemiche da bar.
Dorothea Wierer – 10
Un’annata di incredibili conferme internazionali, con milioni di persone davanti al televisore per le sue gesta e quel messaggio di speranza per i suoi connazionali. In pratica l’altoatesina è un Giuseppe Conte che ce l’ha fatta.
Michela Moioli e Roland Fischnaller – 9
La bergamasca fenomeno dello snowboardcross e l’altoatesino, che a quarant’anni domina le specialità alpine, sono gli alfieri dell’eccezionale stagione dello snowboard italiano, che ora forse sta un po’ meno sul cazzo agli sciatori.
Martin Fourcade e Kaisa Mäkäräinen – 9
Per la loro ultima gara due autentici fuoriclasse dello sport come Monsieur Le Biathlon e la biondissima finlandese avrebbero meritato ben più di uno stadio senza pubblico. È che all’Anfield non c’è un cazzo di neve.
Aleksander Aamodt Kilde – 8
Il norvegese dimostra che anche uno specialista delle discipline veloci può vincere la Coppa del Mondo: basta avere costanza nei risultati. Nonché Paris a casa col ginocchio rotto, Kristoffersen e Pinturault che cazzeggiano per mezza stagione e una pandemia che fa cancellare gli ultimi slalom quando questi due finalmente capiscono che una seconda linea norvegese li sta per inculare.
Aleksandr Bol’šunov – 8
Il ventitreenne russo riporta in Russia la Coppa del Mondo maschile a quasi trent’anni dall’ultimo successo sovietico. E Senza dover ricorrere all’esercito.
La squadra italiana di slittino – 7
Risultato storico per Dominik Fischnaller, Andrea Vötter, Ivan Nagler e Fabian Malleier, che ottengono un risultato incredibile: essere citati in una battuta di Unfair Play.
Valentina Margaglio e Mattia Gaspari – 7
Ci sono voluti settantadue anni per vedere di nuovo degli azzurri su un podio che conta nello skeleton; del resto gli italiani sono sempre titubanti nel gettarsi a testa bassa in qualcosa.
Alex Vinatzer – 6
Uscito di scena Paris, lo sci azzurro si è affidato al giovanissimo slalomista, che ha saputo brillare cogliendo il terzo posto nello slalom di Zagabria e il terzo tempo dopo quello di Schladming.
Tiril Eckhoff – 5
La norvegese si è rivelata un’avversaria formidabile per Wierer, ma al poligono la sua carabina è diventata pesantissima. Del resto c’erano sopra appollaiati un sacco di gufi.
La Coppa del Mondo di sci di fondo – 4
Regolamenti astrusi, gare poco spettacolari, attenzione dei media ai minimi termini, una federazione allo sbando, l’Italia quasi inesistente. In pratica è la Nations League.
Gli slalom paralleli dello sci alpino – 3
I paralleli sono manifestazioni pericolose, di dubbio valore tecnico, piene di squilibrio e televisivamente orrende; eppure i vertici sembrano crederci molto. Come del resto fa Mediaset con Pomeriggio Cinque.
La federazione del biathlon – 2
La federazione del biathlon, forse ripiccata per le dichiarazioni di Wierer sul mancato annullamento delle ultime gare, pensa bene di non inquadrarla mentre vince e poi festeggia la seconda Coppa del Mondo. Peccato, perché fino a quel momento stava gestendo benissimo la situazione.
La Federazione Internazionale Sci – 1
Gare come quelle di Hinterstoder non sono certo il miglior biglietto da visita per lo sci: se proprio si vuol cercare la neve a quote da scampagnata domenicale, tanto vale andare di notte a Milano.
I cambiamenti climatici – 0
Inverno dopo inverno è sempre più difficile trovare una cazzo di scusa per vedere le gare quando fuori ci sono quindici gradi e l’Ikea aperta.
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