Corsa per l’Europa
NAPOLI (60 punti)
PERCHÉ SÌ
Il vantaggio sulle inseguitrici è rassicurante, non tanto per i punti di vantaggio, ma perché le inseguitrici sono quelle. Ancelotti è un allenatore esperto, in grado di gestire la pressione e isolare la squadra dalle distrazioni, per esempio mettendo il numero di De Laurentiis nella lista nera del cellulare.
PERCHÉ NO
L’Europa League potrebbe togliere energie fisiche e mentali, per la volontà di dare tutto in un trofeo che la squadra può davvero vincere, data l’assenza della Juventus. La relativa tranquillità in campionato potrebbe spingere a un turnover estremo, ad esempio 10 titolari più Luperto.
INTER (53 punti)
PERCHÉ SÌ
Il caso Icardi ha compattato il gruppo, arrivando al momento giusto: pensate che sarebbe successo se il vice fosse stato ancora Gabigol. La vittoria nel derby ha dato grande entusiasmo alla squadra: potrà essere uscita dall’Europa due volte, potrà essere lontana dal vertice in Italia, ma a Milano ancora se la gioca.
PERCHÉ NO
La lunga serie di infortuni costringe spesso Spalletti a schierare giocatori fuori ruolo, come Ranocchia centravanti o Ranocchia in difesa. Il ritorno di Icardi in gruppo potrebbe non essere accolto bene, dato che la società nutre forti dubbi sui suoi problemi fisici: pare che nessuno studio medico dimostri una correlazione tra il togliere una fascia dal braccio e un infortunio al ginocchio.
MILAN (51 punti)
PERCHÉ SÌ
Piatek e Paquetá stanno facendo la differenza fin da subito, dimostrando che il Milan ha finalmente capito come agire sul mercato: mai comprare giocatori della Juventus. La difesa ha trovato solidità e Donnarumma sta giocando così bene che, al prossimo rinnovo, il Milan potrebbe essere costretto a tesserare anche i cugini.
PERCHÉ NO
La brutta sconfitta nel derby ha minato le certezze della squadra, al punto che ora i rossoneri insistono addirittura per la demolizione di San Siro. L’episodio tra Biglia e Kessié ha mostrato un nervosismo che nemmeno l’approccio zen alla vita di mister Gattuso è riuscito a evitare.
ROMA (47 punti)
PERCHÉ SÌ
Ranieri è un allenatore che spesso riesce a stupire, andando oltre le aspettative, facilitato dal fatto che nel suo caso siano sempre molto basse. A Roma il mister potrebbe trovare quello che aveva trovato al Leicester: un gruppo di giocatori a cui serve un miracolo.
PERCHÉ NO
La situazione nello spogliatoio è difficile: si dice che El Shaarawy e Dzeko siano venuti alle mani nell’intervallo di SPAL-Roma per chi avesse il diritto di menare Ranieri. Gli addii di Monchi e Di Francesco anticipano l’ennesima rivoluzione dell’estate, quando Pallotta dovrà decidere se cambiare l’intera rosa o tenerla, ma provare a cambiare sport.
LAZIO (45 punti, una partita in meno)
PERCHÉ SÌ
Nessun giocatore della Lazio ha già firmato con il Torino, quindi se dovesse arrivare a giocarsi l’Europa coi granata all’ultima giornata non dovrebbero ripetersi brutte sorprese. Dopo una stagione non all’altezza delle aspettative, Milinkovic-Savic e Luis Alberto potrebbero tornare ai loro livelli con l’avvicinarsi del mercato estivo.
PERCHÉ NO
La squadra potrebbe sentirsi appagata dopo aver centrato il principale obiettivo stagionale: vincere il derby, umiliando la Roma con gol perfino di Caicedo e Cataldi. Manca la continuità di rendimento, anche a causa dei numerosi infortuni di giocatori importanti e della perfetta salute di Patric.
ATALANTA (45 punti)
PERCHÉ SÌ
Cambiano gli interpreti, ma le squadre di Gasperini giocano sempre un calcio bello e spettacolare, a patto che non alleni l’Inter. Il punto di forza dell’Atalanta di quest’anno è senza dubbio l’attacco, il secondo della Serie A, che ha trovato il giusto assetto grazie alla potenza di Zapata, la classe di Ilicic e la partenza di Petagna.
PERCHÉ NO
È vero che il 3 a 0 contro la Juventus ha dimostrato che l’Atalanta può vincere contro chiunque, ma la sfida col Chievo ha detto anche che può non vincere contro chiunque. La Coppa Italia potrebbe distrarre i bergamaschi dal campionato: è così tanto tempo che non la vincono che sono proprio vogliosi di tornare in Coppa delle Coppe.
TORINO (44 punti)
PERCHÉ SÌ
Belotti è tornato a segnare e sembra essersi tolto il peso dell’etichetta di “Mister 100 milioni”, da quando Cairo gli ha attaccato addosso quella di “Saldi -80%”. La squadra ha una buona difesa, è solida e sembra aver assimilato il carattere di mister Mazzarri: può andare sotto, può giocare male, ma avrà sempre una scusa pronta.
PERCHÉ NO
La sconfitta in casa col Bologna ha denotato una certa difficoltà quando c’è da creare gioco, dovuta al fatto che alcuni suoi centrocampisti di solito toccano più caviglie che palloni. L’attacco è il peggiore delle prime dieci della classifica, anche grazie alla stagione fallimentare di Zaza, che sta dando soddisfazione agli juventini più di quando giocava in bianconero.
SAMPDORIA (42 punti)
PERCHÉ SÌ
La Sampdoria gioca un bel calcio, è una delle poche in Italia i cui schemi prevedano perfino l’utilizzo del pallone. Quagliarella sta vivendo la sua migliore stagione dopo aver scoperto che, anche se non hai giocato in una squadra, puoi segnarle lo stesso.
PERCHÉ NO
La squadra ha assimilato le idee di Giampaolo, ma ha la stessa continuità dei ragionamenti di Ferrero nelle interviste. Non essere abituati a lottare per certi traguardi potrebbe portare a qualche errore di inesperienza, come ad esempio affidare la guida del pullman a Defrel.
La redazione di Unfair Play, contro lo sport più ostinato.
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