Argentina-Arabia Saudita – La cronaca

Inizia ufficialmente il Mondiale dell’Argentina di Messi, alla sua ultima occasione per vincere la Coppa del Mondo. Non tanto per la sua età, ma perché con questo clima geopolitico, è difficile pensare che fra 4 anni ci sia ancora un mondo.

La squadra di Scaloni parte subito forte e si guadagna immediatamente un (generoso) calcio di rigore, con Abdulhamid che stende Paredes in area provocando il penalty e dimostrando la sua fede juventina. Messi va sul dischetto e segna, fra le furiose proteste degli arabi e di Cristiano Ronaldo.

L’Arabia però non si disunisce e continua a giocare con solidità, tenendo la difesa altissima e portando all’annullamento di ben tre gol argentini per fuorigioco, su segnalazione di un guardalinee che alzando la bandierina sfoggia ogni volta tre Rolex sul polso destro.

Il secondo tempo però si apre con uno shock: l’Arabia pareggia con un bel diagonale di Al Shehri e poi trova il 2-1 con la splendida rete di Al Dawsari, che dà il vantaggio ai suoi e provoca un boato pazzesco. Quello di Stramaccioni.

Gli arabi giocano sulle ali dell’entusiasmo, galvanizzati dal vantaggio e dall’assenza locale di diritti civili, con l’Argentina che fatica a rendersi pericolosa data la scarsità di calci di rigore.

Gli ultimi minuti sono di sofferenza per l’Arabia Saudita, con il portiere che stende Al-Shahrani con una ginocchiata in faccia, indignato dal recupero troppo corto.

La squadra di Renard però resiste agli assalti dell’Argentina e porta a casa un successo storico. Delusione tremenda invece per l’Albiceleste e per Messi, che ha comunque chiesto se la rivincita si può giocare a scacchi e su una valigia di Louis Vuitton.

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