Qatar-Ecuador – La cronaca

Dall’immigrato indiano travestito da inviato di Unfair Play
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Iniziano ufficialmente i primi Mondiali di calcio autunnali della storia, da qui l’ottima l’idea di scegliere come mascotte un piumone.

L’Ecuador scende in campo con la maglia del Brasile, il Qatar coi piedi del Guatemala.

3’ Ecuador subito in vantaggio, ma appare scorretto costringere il portiere del Qatar ad andare a zonzo per l’area bendato. La sua uscita scriteriata fa venire il dubbio che non sia lecito vendere birra ai tifosi, ma sia consentito venderla ai giocatori in campo.

4’ Il Var annulla il gol dell’Ecuador dopo aver verificato che Iban e CRO fossero corretti.

Sembra comunque subito evidente come la vera novità di questi Mondiali non sia che si disputino in un Paese mediorientale o che si giochi in autunno, ma che la squadra di casa debba schierare solo giocatori non professionisti.

15’ rigore per l’Ecuador fischiato per un contatto vietato fra due uomini: Valencia trasforma con la freddezza di chi sa che in porta c’è un cormorano con la labirintite.

I giocatori del Qatar sembrano bloccati anche perché lì è vietato correre per evitare di sculettare.

30’ Valencia raddoppia costringendo ad aggiornare gli indici catastali.

41’ Il capitano dell’Ecuador si tocca il ginocchio e tutti sembrano preoccupati. Perché, lì è vietato pure questo?

Nell’intervallo, al Qatar non rimane che naturalizzare l’intero Ecuador, mentre sugli spalti passa il venditore di Borghetti Zero.

48’ Bizzotto: “L’impressione è che Valencia cammini male”. In Qatar è considerato indizio di colpevolezza.

Anche nella ripresa il Qatar non riesce a incidere: tanti giustamente l’hanno criticato come Nazione, ma solo perché non avevano ancora visto come giocava la squadra.

86’ La conclusione di Muntari fa pensare al gol. Toh, questa sembra già sentita.

Nonostante le critiche, dal Qatar possiamo imparare qualcosa: per partecipare ai Mondiali con una squadra mediocre non ci rimane che essere Nazione ospitante.

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