Road to Saint Petersburg #9, Porto-Milan

Vincere a tutti i costi contro la squadra meno forte del girone per credere ancora nella qualificazione agli ottavi di Champions: è questo l’imperativo del Porto prima della partita contro il Milan, che arriva alla sfida con una formazione così rimaneggiata da essere costretto a giocare con la maglia del Foggia.

Il copione della partita è chiaro sin dall’inizio e purtroppo sembra scritto da Dario Argento visto che è un massacro. I padroni di casa giocano a un ritmo forsennato e hanno diverse occasioni, una su tutte il clamoroso palo di Diaz con Tatarusanu che fa il miglior intervento della sua carriera, schivando il pallone ed evitando di ribatterlo in rete.

Il Porto però non si ferma e pressa continuamente i rossoneri, al punto che nell’intervallo Pioli non può andare al gabinetto perché Conceicao gli ha fottuto la carta igenica.
Nella ripresa la storia non sembra cambiare, con un Milan sempre più in difficoltà anche a causa della serata storta di Tomori, talmente in sofferenza che Kjaer lo ha coperto per non farlo vedere dalle telecamere.

Il momento decisivo arriva al 65esimo: campanile in area, la palla arriva sui piedi di Diaz che segna l’1-0 fra le polemiche dei giocatori del Milan perché c’era Bennacer a terra, quindi la palla andava buttata fuori o forse bisognava aspettare per vedere se si concretizzava il vantaggio anche se sul rigore il vantaggio non si da mai, boh, scusate, sono stati giorni confusi.

Ci si aspetta una reazione dai rossoneri e per questo Pioli mette dentro Ibrahimovic al posto di uno spento Giroud, mossa che permette alla squadra di far cagare esattamente come prima ma con migliori numeri su Instagram.

Finisce 1-0 per il Porto senza sussulti finali e il Milan porta a casa la terza sconfitta in tre partite di Champions League.
Quindi è vero che i vaccini ti cambiano il DNA.

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