Road to Saint Petersburg #7, Juventus-Chelsea

Dopo Spezia e Sampdoria, la Juventus cerca il tris di vittorie consecutive contro una squadra ligure, ma incontra gli inglesi del Chelsea. Il club londinese arriva a Torino da campione in carica, tanto per sfottere i tifosi bianconeri.

Per ovviare al problema infortuni in attacco, mister Allegri schiera Kean in panchina. D’altronde è giocando che Dybala e Morata si sono fatti male.

Problemi di luminosità per Prime Video, che ha male interpretato il concetto di partite non in chiaro.

Il possesso del gioco è in mano al Chelsea, questo permette ai bianconeri di sbagliare pochissimi palloni. Ma all’improvviso i padroni di casa creano un paio di occasioni importanti. Prima è Rabiot a vanificare un bel contropiede partecipandoci; poco dopo è Chiesa che calcia a lato da buona posizione, forse disturbato dalla voce di Bernardeschi che chiamava palla.

Si va all’intervallo sullo 0-0, con una Juve attenta e chiusa in difesa ma che non rinuncia a giocare. L’occasione per farlo si presenta nel secondo tempo, con il goal di Chiesa dopo dieci secondi. Bastava accendere le luci.

La Juventus difende il risultato senza troppi affanni e le cose sembrano mettersi sempre meglio: Lukaku non tocca palla, De Ligt e Bonucci sembrano insuperabili, a Rabiot vengono i crampi.

Nel finale il Chelsea alza il ritmo e sembra poter trovare la chiave per arrivare al goal, ma i giocatori della Juve sono in serata positiva e mettono in campo tutte le loro migliori capacità. In particolare Cuadrado che perde tempo nei minuti di recupero.

Finisce dunque 1-0 e il Chelsea campione in carica lascia Torino con una brutta sconfitta, ulteriore prova che tra questa coppa e questa città il legame è a dir poco pessimo.

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