Road to Wembley #2, Italia-Svizzera

Di nuovo in campo l’Italia di Mancini, ora chiamata a ripetersi contro la Svizzera, che arriva a Roma con un unico risultato possibile: vincere. O quantomeno smaltire il jet-lag.

Nell’Italia non c’è Florenzi, fermato da un infortunio al polpaccio, dimostrando di poter coprire perfino il ruolo di Chiellini. In avanti Mancini affida le chiavi del gioco a Insigne: è lui che deve passare la palla a Spinazzola per avere dei cross decenti.

Petkovic punta su Xhaka a centrocampo e Shaqiri, Embolo e Seferovic in attacco, solo per dimostrarci che siamo migliori di loro anche a scegliere chi naturalizzare. A sinistra gioca Rodriguez, che il ct svizzero preferisce tenere in campo qualora ci fosse un rigore da sbagliare.

L’Italia parte benissimo e dopo nemmeno venti minuti Chiellini segna con un sinistro sotto misura; l’arbitro però annulla dopo un check del VAR per un tocco di mano che da regolamento va punito, non essendo stato commesso da un attaccante francese.

Al 25° l’Italia passa: Locatelli si traveste prima da Totti per un lancio di 50 metri per Berardi e poi si traveste da Demiral spingendo in rete il cross dell’esterno del Sassuolo.

Si va al riposo sull’uno a zero, con la gioia negli occhi dei tifosi che vedono l’Italia giocare bene e al tempo stesso un velo di malinconia sapendo che la linea ora passa a Enrico Varriale e Paola Ferrari.

Non cambia il copione nella ripresa, visto che l’Uefa ha negato agli svizzeri la possibilità di schierare la guardia vaticana. Al 52° Di Lorenzo chiede l’uno-due al limite dell’area a Barella e il centrocampista dell’Inter dimostra tutta la sua qualità servendo invece Locatelli, che dal limite infila la palla nell’angolino, con Sommer che può solo guardare la palla e cercare di farla uscire con lo sguardo (spoiler: non funziona). Il centrocampista del Sassuolo è alla prima doppietta in carriera e grazie a questi due gol ora può davvero dormire sonni tranquilli: la Juventus non può più permetterselo.

Al 63° l’unica azione degli elvetici: Freuler serve Embolo, che serve Zuber, che serve Gavranovic, che però è Gavranovic. Donnarumma è bravissimo e con un doppio intervento si garantisce anche lui un aumento di cartellino. Doppio.

Al 74° Chiesa serve Immobile aspettando invano il passaggio di ritorno, dimostrando di essere troppo giovane per ricordarsi Italia-Repubblica Ceca del 2006. Nel finale Immobile trova finalmente il gol con un tiro da fuori area scagliato perché ormai ha capito che gli svizzeri in porta hanno Sommer. Anche questa volta il giocatore della Lazio festeggia citando Lino Banfi, stavolta rivolto ai tifosi azzurri: “Mi avete preso per un coglione?”

L’Italia è matematicamente agli ottavi e i frutti del lavoro di Mancini si stanno vedendo: siamo a dieci vittorie senza subire gol, manca una sola partita per raggiungere la più grande striscia di risultati utili della storia della Nazionale e nessuno sta cagando il cazzo per l’assenza di Politano. Risultati incredibili, se pensiamo che appena uscirà dall’Europeo Mancini verrà deriso anche da Zenga.

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