Road to Gdansk #19, Manchester United-Roma

Malgrado il periodo travagliato, al big match dell’Old Trafford la Roma mette in campo un discreto undici e la consapevolezza di poter far male, specie ad adduttori, flessori e polpacci.

Infatti, dopo pochi infortuni, lo United passa in vantaggio grazie a Pogba che, con un movimento del corpo che potremmo definire “corsetta”, demolisce la difesa romanista e serve a Bruno Fernandes l’assiste per l’uno a zero.

Ma il fluido magico che ha accompagnato i giallorossi contro l’Ajax è ancora nell’aria e da un’ottima percussione offensiva nasce il rigore trasformato con sicurezza (ditemi se non è magia questa) da Pellegrini.

Sarà il secondo gol, orchestrato magnificamente, con pregevole salita di Spinazzola, palla dentro di Mkhitaryan, assist di Pellegrini e rimbalzella sculata di Dzeko a rappresentare l’apice della stagione giallorossa.

Consci del vantaggio preziosissimo e dei tre infortuni chiave subiti, nel secondo tempo la Roma decide ovviamente di difendere e i risultati si vedono, infatti lo United che in stagione ha sempre sofferto le squadre chiuse non trova sbocchi e si espone ai contropiedi giallorossi che approfittano della serata di grazia dei tre davanti attaccare.

È improvvisamente goleada. In pochi minuti tutto finisce. Il sogno diventa incubo e il bello diventa brutto. È come se la Città Eterna venisse improvvisamente privata della sua bellezza, come se qualcuno decidesse di abbattere il Colosseo, dipingere di fucsia fontana di Trevi o facesse una colata d’asfalto ignominiosa lungo la sponda del Tevere (ah no questo è vero).

Il 6-2 finale non lascia speranze per giovedì prossimo, ma regala agli incolpevoli tifosi giallorossi l’ennesima sequela di mediocri battute sul tennis, per altro inappropriate, perché almeno nel tennis quando perdi non ti tocca giocare anche il ritorno.

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