Road to Istanbul #15, Inter-Real Madrid

L’Inter ospita il Real Madrid in una partita fondamentale per il prosieguo della stagione, dato che non vincendo renderebbe molto probabile un alleggerimento del carico di lavoro per la redazione di Unfair Play. Conte opta per la solita mediana a cinque centrocampisti votati più all’interdizione che non alla costruzione di gioco: in pratica il centrocampo del calcio balilla. Zidane deve fare a meno di Ramos, Benzema e Valverde; ma anche sticazzi.

I nerazzurri sembrano essere scesi in campo con il giusto atteggiamento e… ah no, scusate, questa è l’Atalanta. Al 5° Barella azzoppa Nacho e dal dischetto segna Hazard, che dopo mesi di attesa finalmente torna a giocare una partita quasi per intero, anche se è solo una di allenamento.

Il Real insiste e al 13° Vazquez colpisce un fragoroso palo, mentre nessuno ha ancora avvertito i nerazzurri che il raccoglimento per Maradona è terminato.
Nonostante un timido sussulto dei nerazzurri al 20°, con Vidal che da lontano prova a impensierire Courtois ma spaventa solo lo strato di ozono, il gioco è però in mano ai madrileni, forti della contemporanea presenza di Modric, Kroos e Gagliardini.

Al 33° un giocatore dell’Inter subisce fallo nell’area avversaria e pochi istanti dopo è espulso per proteste: provate a indovinate chi. Per un’ora i madrileni possono dunque beneficiare della superiorità numerica – doppia, se si conta anche Hakimi.

Nell’intervallo Conte prova a correre ai ripari, dato che i suoi vedono allontanarsi sempre più la qualificazione all’Europa League.
Con l’ingresso di Perisic e D’Ambrosio l’Inter si adatta a un 4-4-1 che prova a mettere in difficoltà gli spagnoli, tanto da costringere Zidane a far vedere a Conte come cazzo si fa un cambio: su assist di Vazquez, che irride la difesa nerazzurra dando finalmente un senso all’espressione “Milano da bere”, segna infatti Rodrigo, che esulta ad appena un minuto dal suo ingresso – che, intendiamoci, è un risultato migliore di quello di buona parte degli uomini.

Lo 0-2 spegne definitivamente l’Inter, una squadra demotivata e talmente lenta che perfino Eriksen è entrato con sei minuti di ritardo rispetto al solito. Ora ai nerazzurri non basta vincere le ultime due partite: serve anche che il Real Madrid sconfigga il Borussia Mönchengladbach. Ma almeno questa è una cosa fattibile.

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