Road to Istanbul #6, Atalanta-Ajax

Lo stadio di Bergamo riapre alle competizioni europee dopo 29 anni e finalmente i tifosi possono andare a guardare una partita di Champions in un impianto senza tracce di Candreva da estirpare.
Le due squadre arrivano in momenti opposti: i padroni di casa devono cercare di tirarsi su dopo due sconfitte di fila in campionato, mentre i lancieri vengono dalla vittoria record per 13-0 in casa di una squadra olandese a caso diversa dal PSV.

Gasperini si affida all’attacco che fino a qualche mese fa era quello titolare, con Zapata pronto a raccogliere gli assist di Gomez e i tiri-sbagliati-ma-che-l’anno-scorso-li-segnava di Ilicic.
L’Ajax si presenta con un 4-3-3, funzionale non tanto per i giocatori in rosa, quanto per le speculazioni e per i paragoni con l’Olanda del calcio totale del 1974.

L’inizio è lento e le squadre si studiano per circa un quarto d’ora. Solo dopo aver notato di avere le stesse caratteristiche, decidono quindi di iniziare a giocare.

L’Atalanta spreca due buone occasioni con Zapata e Ilicic, bravissimo a farsi trovare libero al centro dell’area, che di questi tempi è l’unico apprezzamento che gli si possa fare in fase realizzativa.

Alla prima occasione, l’Ajax passa: Tagliafico crossa da poco fuori area e Gosens, in ritardo su Traoré, gli toglie la palla, ma lo colpisce. Rigore non nettissimo, e tra i tifosi restano moltissimi dubbi: “Ma quindi questi rigori non li fischiano solo al Real?”
Passano pochi minuti e Traoré raddoppia deviando sottomisura una palla che scivola dalle mani a Sportiello, a cui non pareva vero di avere subito solo un gol.

Si va al riposo sul 2-0 e la qualificazione sembra compromessa, come in ogni giornata dei gironi di Champions dell’Atalanta che si rispetti.

Al rientro, la squadra di Gasperini è trasformata grazie soprattutto alla vena di Pasalic e al calo degli olandesi, e segna dopo otto minuti, con Zapata, lasciato solo dal sostituto di De Ligt. No, non Bonucci.

Passano pochi minuti e l’Atalanta la riprende: Pasalic avvia il contropiede, lancia ancora Zapata che dal limite dell’area piccola lascia partire un tiro così potente che quasi muove la porta e dimostra che il tiro della tigre di Mark Lenders non era una trovata poi così fantasiosa.

Entrambe le squadre provano a vincerla e la partita è vivace fino alla fine, ma la Champions non è il campionato italiano e, per fortuna dell’Atalanta, nemmeno quello olandese.

Il prossimo impegno sarà con il Liverpool, in una doppia sfida che sembra fuori dalla portata dei bergamaschi, visto che si tratta di una squadra che fa tutto quello che fa l’Atalanta, ma meglio: infatti gioca benissimo ma nessuno l’ha accusata di avere portato il covid in Spagna.

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