Road to Istanbul #28, Valencia-Atalanta

Valencia-Atalanta è la prima partita senza pubblico di questa Champions ma tifosi spagnoli sono comunque ammassati fuori dallo stadio,
pur di non stare davanti alla TV a vedere una partita già compromessa.

Ancora emergenza difensiva per i padroni di casa che preferiscono Wass a Florenzi con la scusa della quarantena. L’Atalanta può invece schierare la miglior formazione possibile, che ormai è diventato il un modo per definire qualsiasi gruppo di undici giocatori allenato da Gasperini.

La partita si mette subito in discesa per gli ospiti: dribbling di Ilicic su Diakhaby, che commette fallo e l’arbitro concede un rigore. Ilicic trasforma dagli undici metri, facendo vedere a tutti come ci si dovrebbe comportare durante un’emergenza sanitaria di questa portata.

Il Valencia prova a reagire, e trova il pareggio al ventunesimo, con Gameiro che sfrutta un errore di Palomino, che legge bene l’azione ma sbaglia a intervenire come previsto dal suo contratto.

Diakhaby non ci sta e venti minuti dopo provoca un nuovo rigore per dimostrare che la sua clausola rescissoria da 100 milioni è stata voluta da tutte le altre squadre del mondo.

La ripresa si apre con Guedes al suo posto e probabilmente anche il difensore da oggi potrà accomodarsi con i tifosi fuori dallo stadio per motivi di sicurezza.

In meno di venti minuti, il Valencia trova due volte il gol contro un Atalanta piuttosto distratta. E quando diciamo Atalanta, intendiamo Palomino. Ilicic riporta la partita in parità, e tutte le speranze dei padroni di casa vengono infrante, anche alla luce dell’ingresso di Florenzi.

Il quarto gol è la degna conclusione di una serata storica per la squadra di Gasperini, ormai una realtà così solida e strutturata che a Bergamo stanno già pensando di conferirgli la massima onoreficenza cittadina, la prestigiosa “Cazzuola d’Oro”.

Nota: questo articolo è certificato per essere immune dal diffusissimo virus che obbliga a definire “surreale” una partita senza pubblico.

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