Road to Gdansk #5, Roma-Borussia Mönchengladbach
Alla terza di Europa League la Roma affronta il Borussia Mönchengladbach, squadra prima in Bundesliga, ultima in Europa League e seconda nella classifica dei nomi meno pronunciabili dopo i gallesi del Clwb Pêl Droed Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch (ok, cercateli ma poi tornate qui).
In una situazione di totale emergenza, in panchina per i giallorossi vanno solo primavera, Perotti e Florenzi a cui a centrocampo gli è preferito Mancini. Perché Fonseca sa.
Nel primo tempo a imporre il gioco è il Borussia, con Fazio che soffre la presenza di Embolo e anche dell’omonimo attaccante svizzero.
Malgrado il dominio di gioco tedesco è la Roma a passare in vantaggio con un colpo di testa di Zaniolo, che dimostra di aver compreso la necessità di porsi con maggiore umiltà e fa il gesto di zittire l’intero stadio. Perché Capello sa.
Con un Kluivert intenzionato a bissare il rosso di Genova, a cinque minuti dal termine Fonseca butta nella mischia Florenzi che ha così il tempo di sbagliare una quantità di appoggi e di gol che ricorda tanto il suo numero di maglia.
Al 94° accade qualcosa di clamoroso: Smalling colpisce la palla di faccia e Collum assegna il calcio di rigore che vale il pari e la fine del match. Per fortuna che non c’era il Var, altrimenti il rigore sarebbe stato calciato dopo altri dieci minuti.
Al termine del match la Roma annuncia lo svincolato e pluri-infortunato Rodwell, ma la valanga mediatica di improperi della dirigenza giallorossa fa passare il suo acquisto in secondo piano. Perché Petrachi sa.
La redazione di Unfair Play, contro lo sport più ostinato.
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