Road to Istanbul #9, Manchester City-Atalanta

Per la serata più prestigiosa della sua Storia, l’Atalanta si presenta con tutta la consapevolezza possibile: ormai è abituata a perdere una partita nettamente dopo essere andata in vantaggio. Gasperini schiera la miglior formazione che gli è concessa da giudice sportivo e staff medico, mentre Guardiola deve schierare una coppia di centrali inedita formata da due giocatori schierati fuori ruolo con il compito di farlo passare per un maestro assoluto confidando in un loro scarso utilizzo.

L’Atalanta parte bene e passa in vantaggio grazie a un rigore molto generoso concesso per un fallo su Ilicic, che ha tratto preziosi insegnamenti dalla partita contro la Lazio. Ma il City non ci sta e dopo pochi minuti Aguero pareggia i conti grazie a un errore di Djimsiti, che perde l’uomo dimostrando che Bonucci non è l’unico difensore centrale col numero 19 capace di certe sviste.

Il pareggio immediato e il fulmineo raddoppio dello stesso Aguero mandano in confusione gli ospiti, che avevano preparato una partita più accorta per subire la rimonta molto più tardi.

La ripresa si apre con l’ingresso di una punta più statica come Muriel, con la chiara indicazione di restare immobile e fingersi morto sperando di interrompere la partita. Entra anche Pasalic per Masiello, con Gasperini che preferisce giocare con un difensore in meno piuttosto che con l’ex Bari.

Tra il 57′ e il 68′ Sterling, già migliore in campo, chiude definitivamente la partita con una tripletta grazie alla quale può portarsi il pallone a casa. Lo farà correndo per le strade di Manchester e dribblando ogni ostacolo gli si pari davanti.

Il risultato è impietoso e l’Atalanta quasi certamente uscirà anticipatamente da tutte le coppe per concentrarsi sul campionato; ma almeno Gasperini e i giocatori potranno mettere questi risultati di Champions nel curriculum da presentare in estate a De Laurentiis.

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