Ciclismo – le pagelle della stagione 2019

L’annata di ciclismo volge al termine: domani ci sarà il giro di Lombardia, la “classica delle foglie morte”, tradizionale conclusione della stagione; poi mancherà soltanto il Tour of Guangxi, la “classica delle foglie morte, ma con più soldi”.

Ecco le nostre pagelle per il 2019.

***

10 – Richard Carapaz
La storia del vincitore del Giro d’Italia, la cui prima bicicletta è stata recuperata dal padre in una discarica, ha commosso l’Italia. Mostrandole che ci sono anche ecuadoriani buoni.

10 – Egan Bernal
È il primo a portare la Colombia sul gradino più alto del Tour de France. Quantomeno senza dover ricorrere alle analisi del sangue.

10 – Primoz Roglic
Tirreno-Adriatico, Vuelta, Tre valli varesine: lo sloveno quando c’è da pedalare è sempre competitivo. Figuratevi che in agosto ha noleggiato un pedalò all’isola d’Elba e un’ora dopo l’ha riconsegnato ad Amalfi.

9,5 – Julian Alaphilippe
Con le sue imprese il corridore della Deceuninck-Quick-Step fa sognare sia il pubblico francese, provando a vincere il Tour, sia quello straniero, non riuscendoci.

9 – Mads Pedersen
Il giovanissimo danese vince il titolo iridato in una giornata gelida dopo sei ore e mezza di pioggia battente e sofferenza. Questa almeno la versione classica di Andersen.

8,5 – Elia Viviani
Dopo un pessimo Giro, riesce a conquistare una vittoria al Tour e diventa campione europeo succedendo a Trentin, in una gara che dall’anno prossimo sarà valida anche per i campionati italiani.

8 – Matteo Trentin
Dopo la bella vittoria di tappa al Tour corre un grandissimo Mondiale nonostante la pioggia, finendo le energie a poche bracciate dalla fine.

7,5 – Remco Evenepoel
Vince la classica di San Sebastian, l’oro europeo e l’argento iridato a cronometro a meno di vent’anni. E senza scomodare l’Onu.

7 – Vincenzo Nibali
Centra il suo obiettivo al Giro d’Italia, che evidentemente non era di vincere, ma di battere Roglic. Non centra invece quello per il Tour de France, dato che non voleva partecipare e invece ha dovuto perfino vincere una tappa.

6,5 – Peter Sagan
Lo slovacco al Tour gigioneggia per tre settimane, impenna in salita, entra nelle foto degli altri corridori, firma autografi durante la corsa e alla fine vince ancora la classifica a punti. L’anno prossimo proverà a vincere l’ottava maglia verde gareggiando nudo in monociclo.

6 – Steven Kruijswijk
Arriva finalmente sul podio di una grande corsa a tappe senza mai farsi vedere durante la gara, al punto che sul podio di Parigi gli altri due si sono presentati.

5,5 – Mathieu van der Poel
Disputa un’ottima stagione, ma nella gara più importante paga la giovane età, gestendosi male e togliendo troppo presto le rotelle.

5 – Nairo Quintana
Il colombiano alterna imprese degne del ciclismo d’altri tempi a sonore scoppole in salita. Ma vorrei vedere voi alla sua età.

4- Geraint Thomas
Dopo aver vinto il Tour da gregario designato, lo perde da capitano. L’anno prossimo chiederà di essere schierato come ruota di scorta dell’ammiraglia.

3 – Team Movistar
La squadra spagnola vince il Giro, sale sul podio della Vuelta e piazza tre corridori nei primi dieci al Tour. Nonostante abbia fatto di tutto per impedirlo.

2 – Tony Martin
Il fortissimo tedesco è stato squalificato dal Tour per aver quasi buttato fuori di strada un corridore della Ineos. Poi si è giustificato dicendo di aver solo eseguito gli ordini.

1 – L’organizzazione della Tre valli varesine
Non si vedevano atleti prendere la direzione sbagliata per poi tornare sulla strada giusta sacramentando come camionisti dai tempi del passaggio di Bonucci al Milan.

0 – La tv francese
Nelle giornate in cui Giulio Ciccone veste la maglia gialla, la regia del Tour non lo inquadra praticamente mai. Ora sono due mesi che il corridore teatino cerca di convincere gli amici.

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