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NBA PLAYOFFS UNFAIR RANKING

Se siete appassionati di basket NBA, ma anche se fate i fighi con abbigliamento NBA senza mai averne visto giocare un minuto, ecco a voi il nostro ranking playoffs.

 

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1) San Antonio Spurs

Per noi restano i favoriti. Anche quest’anno molti li ritenevano troppo vecchi, ma se la giovinezza fosse requisito necessario per arrivare all’anello allora la più titolata sarebbe Gigliola Cinquetti. Il finale di stagione autorizza i tifosi nero-argento ad essere ottimisti: Ray Allen si è tolto dal cazzo.

2) Cleveland Cavaliers
LeBron James ha ottenuto ciò che desiderava: Kevin Love, rinforzi adeguati e lo ius primae noctis sulle mogli dei compagni. Dopo un inizio difficile, coach Blatt sembra aver guadagnato il rispetto dei giocatori, che ora gli permettono di dire la sua prima di fare come vogliono. Sorprende la maturità con cui si è inserito JR Smith: l’ex Knicks sta scegliendo con molto più criterio i tiri da prendersi a cazzo.

3) Golden State Warriors
Stagione pazzesca nella baia: i Warriors hanno il miglior record della lega, il probabile Mvp e all’Oracle Arena servono dei corn-dog della madonna. Squadra completa, le cui stelle sono Curry e Thompson, noti come “Splash brothers” perché rumorosi quando cagano.

4) Chicago Bulls
Roster di grande potenziale, almeno secondo i fisioterapisti. Inutile nascondersi: questa squadra gira intorno a Derrick Rose. Di solito per chiedergli se riesce ad alzarsi. La sorpresa potrebbe essere Nikola Mirotic. Il rookie sta facendo contenti tutti: allenatore, tifosi, compagni e hipster.

5) Los Angeles Clippers
Da qualche anno era diventata la prima squadra di LA, ma visti i Lakers di quest’anno, ora si può dire che è l’unica. Il problema resta la panchina troppo corta, soprattutto quando ci si siede Glen Davis.

6) Memphis Grizzlies
È stata la stagione della definitiva consacrazione di Marc Gasol, che si è scrollato di dosso l’etichetta di “fratello di Pau” per mettersi quella di “Quello che era un ciccione di merda”. Hanno completato il roster trovando in Jeff Green l’elemento di scarsa personalità che mancava.

7) Houston Rockets
La situazione dell’infermeria preoccupa moltissimo in ottica playoff, a causa degli infortuni di Beverley e Motejunas, ma soprattutto perché Howard ha recuperato. Harden è ormai una superstar, serissimo candidato al titolo di Mvp e membro onorario degli ZZ Top.

8) Dallas Mavericks
Squadra dal grande arsenale offensivo. A 36 anni suonati, Nowitzki è ancora la chiave dell’attacco di Dallas e il telepass della sua difesa. L’arrivo di Rondo non ha portato il salto di qualità che ci si aspettava dai Mavericks, la cui unica chance per ambire al titolo è sperare che J.J. Barea sia posseduto dal se stesso di 4 anni fa.

9) Atlanta Hawks
Forse la squadra che ha espresso la miglior pallacanestro nella Regular Season, marchio che porta una discreta sfiga. Privi di un vero fuoriclasse, fanno dell’unità il loro punto di forza e nei giorni in cui si giocheranno le finals lo dimostreranno, guardandole tutti insieme da un resort alle Hawaii.

10) Portland Trail Blazers
Prima Oden, poi Roy, quest’anno l’infortunio di Matthews: ormai si sta pensando di cambiare il soprannome della città da Rip a R.I.P. City. Nonostante la sfortuna però, i Blazers possono contare su alcuni notevoli punti di forza: la personalità di Lillard, la classe di Aldridge, le ascelle di Kaman.

11) Washington Wizards
C’è grande curiosità per i loro playoff: tutti si chiedono quando i maghi della capitale faranno il solito numero della sparizione dal tabellone. Stagione di alti e bassi: non sono ancora riusciti a ritrovare la continuità che avevano quando in squadra c’era ancora JaVale McGee.

12) Toronto Raptors
Squadra a detta di molti sopravvalutata, ma in realtà si tratta di un buon team a cui forse però manca l’allegria di Bargnani. Lowry viene da una stagione in cui è stato per la prima volta all’All Star Game: tirava le magliette al pubblico.

13) New Orleans Pelicans
Nessuno credeva davvero in loro, a parte Scott Brooks, coach di Oklahoma. Hanno in Anthony Davis un giocatore con i baffi, solo spostati qualche centimetro più in alto rispetto al normale.

14) Milwaukee Bucks
Una squadra che potenzialmente potrebbe dominare in lungo e in largo i playoff. Se solo fosse iscritta al campionato Italiano. Unica nota stonata di una stagione positiva il rookie Jabari Parker, infortunatosi gravemente mentre cercava di pronunciare Antetokounmpo.

15) Boston Celtics
Tornano ai playoff per riprendere una grande tradizione: Datome in panchina. Dopo un inizio di stagione in salita, hanno ingranato la quinta sfruttando il loro punto di forza: essere nella Eastern Conference.

16) Brooklyn Nets
I Nets sembrano aver trovato un po’ di tranquillità dopo le critiche dell’anno scorso, complice l’epurazione di tutti gli ex-mariti di Kim Kardashian. Toccherà a Coach Hollins trovare il giusto amalgama visto un roster zeppo di guardie tiratrici ma povero di gente non alcolizzata.

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E se ancora non avete deciso il giocatore di cui comprare la maglietta per fare i fighi quando fanno 30°, ecco la lista dei nostri premi stagionali.

 

UROTY (Unfair Rookie Of The Year)
Julius Randle (Los Angeles Lakers).
Al debutto stagionale si frattura la tibia e non rientra più. Risultando comunque il migliore della stagione dei gialloviola.

Defensive player of the year
Thabo Sefolosha (Atlanta Hawks)
L’ex giocatore di OKC ha dimostrato di essere un difensore di livello così alto da ostacolare anche le forze dell’ordine.

UCOTY (Unfair Coach Of The Year)
Scott Brooks (Oklahoma City Thunder)
L’anno scorso Durant indicò sua madre come il vero Mvp. Non sappiamo se la signora sarebbe in grado di giocare, di certo allenerebbe meglio di Brooks

MWP (Most Worsened Player)
Lance Stephenson (Charlotte Hornets)
Dopo l’ottima stagione ai Pacers, è arrivato a Charlotte per la definitiva esplosione. Dei coglioni di Michael Jordan.

USMOTY (Unfair Sixth Man Of The Year)
Jamal Crawford ( Los Angeles Clippers)
Miglior sesto uomo della scorsa stagione, quest’anno ha mandato per terra con i suoi famosi crossover interi staff di medici.

 

E per finire, il nostro uomo della stagione:

 

MUP (Most Unfair Player)
Sim Bhullar (Sacramento Kings)
10 giorni di contratto e qualche minuto in campo per il primo giocatore di origine indiana dell’NBA. SI reincarnerà in un trattato di marketing.

Per chi non potesse seguirci tramite i social è nato "Unfair Play - Il canale Telegram più ostinato": t.me/unfairplay
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